Maria Grazia Mancino, figlia di genitori italiani nasce in Etiopia (Eritrea) nel 1961.
Nel 1974 in seguito ad un colpo di Stato e alla successiva guerra civile, rimpatria insieme alla sua famiglia e si stabilisce direttamente in Italia, più precisamente a Salerno dove completa gli studi prima al liceo linguistico e poi alla facoltà universitaria di lingue straniere. Da 24 anni risiede ed opera a Pontecagnano Faiano alle porte di Salerno.
La passione per l’arte nasce in lei prepotente sin da bambina: vince, infatti, un primo premio nazionale a solo nove anni. La sua formazione artistica si forma in termini completamente autodidattici.
La creatività e la sperimentazione dei materiali diventano il suo percorso in circa vent’anni di attività artistica. Dagli acquerelli, alla tempera, approda ben presto alla tecnica dell’olio su tela, mescolata spesso a svariati materiali come il cartone, l’argilla, il gesso, la polvere di marmo, la carta da giornale, ecc..
Da un discorso iniziale di rappresentazione paesaggistica, legata sempre a una visione figurativa della realtà, approda man mano a una visione onirica e completamente simbolica e metaforica.
Sciolta da ogni influenza e corrente pittorica ama definirsi una pittrice metaforica.
Ama particolarmente il Surrealismo come corrente pittorica, in quanto esalta la creatività e i sogni individuali che esulano dalla realtà che ci circonda.
L’arte, quindi, nasce in lei sia dalla visione del reale che dalla meditazione della sua realtà interiore, in quanto, vi è in lei il tentativo costante di andare al di là dei limiti esistenziali cercando di scoprire il mistero, l’arcano.
Tutto disgiunta pertanto dall’immediatezza e dalla spontaneità: caratteristiche essenziali della sua creatività artistica. Alcuni elementi sono tipici e ricorrenti nella sua opera pittorica e fanno trasparire come esista un legame costante tra l’artista e il suo vissuto.
La sedia, la scala, le nuvole, le corde vengono egregiamente trasfigurati assumendo un valore metaforico.
Le sue realizzazioni iconiche finiscono per essere il racconto del proprio io dimostrando come il suo assunto precipuo sia quello di dipingere se stessa per un’azione catartica e terapeutica.
In ogni sua tela si sforza di rappresentare le cose profonde legate alla filosofia e all’animo umano che sono alla radice del nostro essere e della vita universale.
Da circa 4 anni si dedica alla scrittura in versi che completano spesso la realizzazione delle sue opere. Immagini delle sue opere sono state utilizzate per pubblicazioni letterarie o manifesti a carattere nazionale, alcune sue opere sono collocate in Fondazioni ed Enti Pubblici e culturali ( Fondazione D’Ars – Milano, Museo della Cultura – Ankara – Turchia, Università di Pomona – Los Angeles, Città del Vaticano – Roma). Vincitrice di numerosi premi molte sue opere sono in collezioni pubbliche e private.